FLASHBACK III
di FABIO VOLINO

 

Tre anni e sei mesi prima.

“Questo è un rito molto pericoloso” afferma Lord Nekron “O ha successo o le nostre vite andranno perdute. Ed in ogni caso qualcosa perderemo, qualcosa di noi che non avremo mai più indietro: parte della nostra forza vitale. Tutti voi avrete una minore aspettativa di vita. E comunque potremo effettuare questo incantesimo solo una volta, esso è irripetibile”.
“La morte non ci fa paura” ribatte Asmodeus a nome di tutti i Figli di Satannish “Non se il Supremo è dalla nostra parte. Io ne sono la prova, io ho sconfitto la morte”.
Lord Nekron si limita ad annuire ed i suoi occhi è come se gridassero:”Cominciamo”.
Un coro spettrale e sinistro si leva dalle bocche dei Figli:”Oh, potente Satannish, noi a te ci rivolgiamo ed invochiamo il tuo potere. Tu che puoi decidere della nostra vita e della nostra morte ti chiediamo di riportare tra noi un’anima perduta, che sta soffrendo tra le fiamme dell’inferno. Un’anima che tu puoi rimandare qui da noi”.
Poi le parole diventano incomprensibili e vengono recitati riti arcani, in una lingua dimenticata da tempo e che esisteva da secoli prima che Gutenberg ideasse la stampa. Da quando i druidi solcavano la terra. All’inizio è solo un mormorio, ma per ogni secondo che passa esso cresce di intensità fino a divenire un grido assordante. Una invocazione a cui infine viene data risposta: su un altare sacrificale improvvisamente si leva una fiammata, che si alza in alto fino a toccare il cielo. Dura alcuni secondi, poi si placa. Ma qualcosa è cambiato. Prima di tutto buona parte dei Figli di Satannish è riversa al suolo: tre di loro sono morti, uno è andato in coma profondo. Solo Lord Nekron e Asmodeus sono rimasti in piedi, solo loro possono ammirare i frutti della loro opera. C’è una donna davanti a loro, nuda e bellissima, una donna sottratta all’inferno che si guarda intorno spaesata.
Lord Nekron la copre con un mantello, lei trema di paura solo all’inizio. “Stai tranquilla” la rassicura lui “Ricordi il tuo nome?”.
La donna scuote il capo in segno di diniego con eccessiva velocità.
“Ti dice niente… Awilda?”.
“Awilda… Awilda” dice lei con una voce roca, come se le fiamme infernali ancora tormentassero la sua gola “Ay… Ayala?”.
“Sì, Awilda Ayala. Vedrai che col tempo ti ritornerà la memoria, ma sarai una donna diversa da prima. Cambierai e in meglio, dobbiamo solo attendere”.

Due anni e otto mesi prima.

“Come procede l’indottrinamento del nostro soggetto?” chiede Asmodeus.
“Seppur più lentamente del previsto, va avanti” gli risponde Lord Nekron “Awilda si sta anche dimostrando versata nelle arti mistiche”.
“Awilda… Adesso la chiami anche per nome. Non ti starai affezionando troppo? Io dico di passare alla seconda fase del nostro piano”.
“Tu mi conosci: sono Lord Nekron, non conosco il significato della parola affetto. Ed il successo del nostro piano passa anche dal riconoscere le qualità delle nostre pedine. Inoltre il Cristallo della Conquista deve ancora raccogliere le appropriate energie mistiche: non potremmo cominciare neanche volendo. Ci vorrà ancora molto tempo”.
“Su una cosa ti sbagli. Io non ti conosco per niente, Lord Nekron, ed è questo ciò che più mi allarma di te”.
“Ti darò allora qualcosa con cui tenerti impegnato, con cui alimentare ulteriormente il nostro potere”.

Sette mesi e cinque giorni prima.

Le aule della Empire State University si svuotano, ma qualche studente ancora rimane. Qualcuno per avere un colloquio privato con un professore, altri per trovare un po’ di silenzio per ripassare le materie di cui presto dovranno sostenere un esame. C’è qualcuno tuttavia che è ancora qui per un motivo particolare: deve parlare con un professore… ma per faccende del tutto diverse dagli esami e dagli studi.
“Professor Ayala, posso entrare?” bussa timidamente alla porta Oliver Osnick.
Lui alza impercettibilmente lo sguardo. “Oh, sei tu. Vieni, vieni pure”.
Osnick avanza come se il pavimento fosse costellato di trappole. “Ecco… sono venuto qui per scusarmi. L’altroieri sono venuto a riconsegnarle una tesina che lei aveva dimenticato in aula e… come dire, ho visto un cassetto della sua scrivania aperto e… dentro c’era uno strano articolo”.
Tutta l’attenzione di Hector Ayala si concentra ora sullo studente. “Oh, quell’articolo… Lo sapevo che dovevo gettarlo nella spazzatura, ma non ci sono riuscito”.
“E perché avrebbe dovuto? Lei è stato un eroe: la Tigre Bianca. Io sono troppo giovane e non so cosa ha fatto, ma sono sicuro che ai suoi tempi le avrà date di santa ragione ai criminali”.
“Sì, però… ho fatto il mio tempo. Ho appeso il costume al chiodo”.
“No, non deve dire così: secondo me ha ancora molte cose da dire. Vede… anch’io nel mio piccolo sto cercando di farsi un nome come supereroe. Prima ero… la spalla di qualcun altro, ma adesso è diventato padre e ha ben altro a cui pensare. E quindi credevo che lei…”.
“Mi spiace, ti sei illuso”. Hector chiude il suo quaderno e si avvia verso l’uscita. “Per colpa mia, mia sorella è morta. Se non fossi stato la Tigre Bianca non sarebbe successo: ho chiuso con quella vita, per sempre. Ho chiuso”.

Sei mesi e diciassette giorni prima.

“Il Cristallo della Conquista è quasi pronto” afferma Lord Nekron “Inoltre i nostri adepti sul piano terrestre hanno individuato i due soggetti che useremo per circuire Hector Ayala”.
“Nekron, più esamino quell’uomo più scopro che egli è in totale sintonia con le energie mistiche di questo pianeta. E la cosa bella è che non lo immagina nemmeno: conduce una anonima vita come professore universitario. Questo vuol dire sprecare le proprie capacità”.
“Tra breve le cose cambieranno. Ecco i soggetti cui ti ho accennato: Oliver Pratt, ex agente della polizia portuale, licenziato con giusta causa per aver accettato delle tangenti dalla mafia. Ha provato a rifarsi un nome come investigatore privato, ma un marito traditore l’ha picchiato così forte che l’ha mandato in coma”.
“Proponi di farlo rivivere come è accaduto con la donna?”.
“Questa volta sarà diverso. Lo infonderemo di energie mistiche del Cristallo della Conquista: sarà a tutti gli effetti un nostro burattino. Potrà essere ferito, addirittura ‘ucciso’, si rialzerà sempre e comunque: fondamentalmente perché non è più vivo. E quando avrà esaurito la sua utilità si… sgonfierà. L’altro è un ex operativo della CIA, allontanato con demerito per aver utilizzato metodi troppo violenti. Preferisce farsi chiamare solo Smith e si è già sottoposto al nostro rito di potenziamento: era ad un vicolo cieco della sua esistenza, ha colto la prima occasione utile. Potrà creare molteplici sue copie che manterranno la sua stessa forza”.
“Questo è il bello della magia” commenta Asmodeus “Ha una varietà di usi”.
Improvvisamente dalle ombre emerge Awilda Ayala. “Quando cominceremo?”.
Lord Nekron è stato colto di sorpresa e fatica a non sobbalzare. “Presto, Awilda” risponde dopo qualche secondo “Molto presto”.
“Lentamente la mia memoria sta tornando” dice la donna “Ricordo molto bene l’uomo che avete detto essere nostro nemico: mio fratello. Sì, deve essere così, mi ha lasciato sola, mi ha fatto morire come un cane”.
“Noi non ti abbiamo mai mentito, Awilda. Stiamo facendo questo per il bene di tutti. Ora lasciaci solo, io e Asmodeus dobbiamo discutere di questioni private”.
Lei annuisce e si ritira, silenziosamente come era arrivata.
“Fenomenale” commenta poi Nekron “E diviene sempre più brava nel padroneggiare le arti mistiche”.
“Tutta questa inattività però rischia di uccidermi” dice Asmodeus.
“Allora ho pronto per te, e per me, un ottimo diversivo. Ti piacerebbe uscire da questa prigione dimensionale? Porteremmo avanti meglio i nostri scopi”.
“Non bramo altro”.
“Per questo è già pronta una vittima sacrificale: il suo sangue sarà il catalizzatore del nostro ritorno. Il suo nome è Hannibal King ed è un vampiro”.

Quattro mesi e ventinove giorni prima.

Hector Ayala fa qualcosa che non faceva da tempo: tira fuori da un baule impolverato il suo costume di Tigre Bianca. È da quando ha parlato con Ollie che ci sta ripensando: ricominciare, sì… perché no? Ma è un pensiero che passa rapidamente. Dunque rimette il costume al suo posto e ritorna alla vita di tutti i giorni.

Quattro mesi e tredici giorni prima.

Hannibal King si muove rapidamente e sferra un calcio al mento di Stella Houston, che ricade a terra. Quasi contemporaneamente, la sua corda magica si allenta abbastanza da permettergli di liberarsi.
“Maledetto!” esclama Asmodeus “Ma non ti servirà a niente, qui dentro sei in nostro potere, non puoi sfuggirci”.
“Provateci” li sfida il detective.
Poi afferra Stella Houston e la scaraventa fuori da una finestra… oltre il mondo oscuro che c’è aldilà di essa.
Asmodeus e Nekron perdono consistenza e svaniscono in volute di fumo.
“Che la tua anima possa marcire in mille inferni, King” urla Asmodeus.
Il detective privato ricompare a Los Angeles, in un osservatorio astronomico. Stremato da quanto ha appena sperimentato, non si accorge che qualcuno lo ha seguito in questo suo anomalo viaggio di ritorno. Awilda Ayala aspetta con pazienza che Hannibal King si allontani, poi esce dalle ombre che negli scorsi mesi hanno funto da sua dimora.
“Quei due idioti” pensa riferendosi ad Asmodeus e Nekron “Vittime della loro stessa ambizione. Però questo mi dà un’opportunità unica: meditavo da tempo di sbarazzarmi di loro, ci ha pensato a farlo qualcun altro al posto mio. Ora i Figli di Satannish sono senza una guida, ma questo vuoto verrà presto colmato… da me!”.

Un mese e ventidue giorni prima.

La porta dello studio medico si apre… con garbo. E questo per il paziente è sintomo di brutte notizie in arrivo.
“Signor… Masterson?” dice il medico con tono incerto.
“Sì, sono io”. L’uomo inizia a tendere la mano, poi ci ripensa.
Il medico rimane immobile qualche istante, poi su degli schermi luminosi piazza delle lastre. “Da quanto sta avvertendo questi disturbi allo stomaco, signor Masterson?”.
“Da circa una settimana. All’inizio non ci badavo, poi però ieri ho sputato sangue e mi sono spaventato. Così sono venuto qui… spero che la riservatezza…”.
“Certo, il rapporto che ho con lei non mi permette di divulgare informazioni a terzi. Però quello che ho da dirle non è bello, signor Masterson. Vede questa macchia nera? Ecco, qui è più evidente. Insomma… quella è una massa tumorale”. Il medico fa passare qualche secondo di silenzio per permettere al paziente di metabolizzare la notizia. A volte non basterebbero anni. “Ha una qualche idea di…”.
“Nella mia precedente… occupazione ho trattato alcuni materiali radioattivi. Mi hanno fatto un po’ male, sembra”. Il paziente trova anche il modo di sorridere, un tempo lo faceva in modo continuo. “Non si può operare, vero?”.
“Purtroppo no, è già in uno stadio avanzato. Senta, conosco un ottimo psicologo, può aiutarla ad affrontare…”.
“No, non mi serve. Deve fare solo una cosa per me: ho dato delle false generalità. Il mio vero nome è Philip Masters ed ho dei precedenti penali. A questo punto scappare non ha più senso e prima di andarmene vorrei rivedere un’ultima volta mia figlia. Chiami la polizia, voglio costituirmi”.
“Io… sì, va bene. Farò come vuole lei”.
Il medico esce ed il Burattinaio rimane solo col suo silenzio. Sinceramente non sa quanto tempo passa né se ne preoccupa visto che la sua mente è occupata da altri pensieri, fatto sta che dopo un po’ entra nella sala un uomo corpulento.
“Signor Masters, sono stato informato della situazione” dice costui “Mi chiamo Pratt e sono un agente FBI. Posso darle una buona notizia: possiamo curarla dalla sua situazione, c’è una medicina sperimentale che abbiamo già testato con ottimi risultati”.
“Perché mi sta dicendo questo?”.
“Ovviamente vogliamo qualcosa in cambio, vogliamo che lei metta al nostro servizio le sue capacità”.
“No… no, non sono interessato”.
“Perché buttare via questa speranza, signor Masters? Cosa le prende, non vuole più rivedere sua figlia?”.
“Mia… figlia?”.
“Adesso come adesso morirà entro poche settimane, con noi invece c’è una possibilità. Poterla rivedere in modo continuativo… non merita forse il rischio?”.
“Mia figlia… sì” si alza il Burattinaio “Mia figlia merita questo”.
Masters e Pratt escono dalla sala e, mentre il criminale viene portato via da altri uomini, l’agente si avvicina al medico, consegnandogli sottobanco una imponente mazzetta. “E con questo compriamo anche il suo silenzio, si ricordi cosa rischiate lei e la sua famiglia se anche solo una parola esce da questo ospedale”.
“Però…” prova a protestare l’uomo “Però questo non è giusto: quell’uomo non è malato, tuttavia potrebbe accadere se utilizzasse ancora per qualche tempo dei materiali radioattivi”.
“Lasci a noi le crisi di coscienza, dottore. Lei invece si goda il denaro: vada in vacanza, stacchi la spina. Mi creda, potrebbe non avere più una seconda occasione”.
Il medico rimane in silenzio e Pratt si allontana.

Un mese e quattro giorni prima.

Da quanto tempo le fila dei Figli di Satannish non erano così ampie? In pochi mesi Awilda ha fatto quello che Nekron ed Asmodeus non hanno fatto per anni: il suo esercito personale, con cui portare avanti la sua grande opera, la sua grande visione.
“Asmodeus e Lord Nekron sono diventate vittime della loro stessa ambizione” esordisce la donna “Guardavano ad un tipo di caos piccolo, inutile, quando questo mondo ha bisogno invece di un grande caos. Volevano utilizzare un soggetto in sintonia con le forze mistiche della Terra per portare distruzione, non immaginando che questo era un piano destinato al fallimento fin dal principio. Perché la verità è semplice ed è scritta nelle nostre profezie: Satannish presto tornerà e rimodellerà questo mondo”.
Tutti i presenti faticano a trattenere un’esclamazione di sorpresa.
“Sì, vedrete che sarà così” continua Awilda “Quella che doveva essere la nostra vittima sacrificale diventerà il nostro inconsapevole agente. Quello che vedete nella mia mano è il Cristallo della Conquista, il nostro più potente artefatto: lo consegneremo alla nostra ignara pedina, che diverrà portatrice di energie oscure. Più lo metteremo in difficoltà più sarà costretto a fare uso dell’energia del Cristallo, facilitando così il ritorno di Satannish: in poco più di due settimane la nostra opera sarà compiuta… per mano altrui”.
“Come glielo consegneremo?” chiede un fedele.
“C’è una cosa che gli eroi di questo mondo adorano, mettersi in mostra” spiega Awilda “Non è così per il nostro soggetto, credetemi, io lo conosco bene. Dunque dovremo metterlo in una situazione da cui non possa esserci scampo per lui, a meno che non intervenga un miracolo: saremo noi quel miracolo. In questo mondo preda della follia la gente ignorante, che non crede a nulla a meno che non compaia su Internet o in televisione, e non indaga mai sulla presunta verità di queste fonti… odia molte cose. E più di tutto odia chi fa del male a dei bambini e a degli agenti dell’ordine pubblico. Noi accuseremo la nostra pedina di questi orribili reati ed alla fine non avrà scelta: dovrà tornare ad essere quello che era un tempo. Diventerà nuovamente… un eroe”.

Trenta giorni prima.

Accade così rapidamente che Hector Ayala non se ne rende quasi conto. Improvvisamente il cielo si oscura e decine di astronavi si apprestano ad atterrare. Lui non può saperlo al momento, ma questa è la grande invasione degli Z’Nox, istigati dai Guardiani del Tempo ad uccidere dei bambini speciali: solo in questo folle mondo può capitare. Hector sa cosa sta per accadere, come lo sapeva quando ha osservato da semplice spettatore l’attacco dei marziani: si rischia un massacro, tante vittime innocenti colpevoli solo di esistere. Anche senza superpoteri o superamuleti lui può fare la differenza, di questo ne è certo. Non è vero che ha chiuso con la Tigre Bianca, anzi, il bello deve ancora venire.
Hector indossa il suo costume e parte all’attacco.

Ventisette giorni prima.

“Ancora ignote le cause dell’incendio al cinema GEM. Le autorità non escludono un atto doloso. Il proprietario del locale, Luke Cage, non ha voluto rilasciare…”.
“Sporco negro figlio di puttana” lo apostrofa Gideon Mace “Dovevo essere io a farti la pelle, non…”.
“Lei ha obiettivi limitati, signor Mace”.
L’uomo con una mano sola reagisce prontamente: afferra l’arma che ha a portata di mano e spara in direzione della voce. Numerosi colpi assordanti, che fanno da contraltare al silenzio tombale che ne consegue.
“Ha finito di giocare ora?” dice Smith avanzando verso il mercenario.
Mace continua a tenerlo sottomira:”Tu chi sei? Cosa vuoi da me?”.
“Potrei citare un famoso film a questo punto. Ho un’offerta di lavoro per lei, signor Mace”.
“Scordatelo: là fuori c’è qualcuno che si spaccia per me ed io voglio inchiodare quel bastardo…”.
Smith allarga le mani in gesto di sconforto. “E cosa ne ricava? La vendetta… quanto più futile esista a questo mondo”. Poi più rapidamente di quanto a Mace occorra per reagire estrae una mazzetta di denaro dal suo soprabito e lo sbatte sul tavolo. “Ecco qui il primo acconto, arriverà presto altro denaro: con questo potrà comprare uomini, armi, tutto quello che le serve. Potrà ricostituire il suo piccolo esercito privato”.
“Ma voi volete qualcosa in cambio, vero?” ribatte Mace continuando a non perdere di mira l’uomo.
“Noi le offriremo la piantina e dettagliati schemi di un’installazione militare dei sobborghi di Washington. Lì stanno testando un nuovo e decisamente letale tipo di gas nervino: lei ne trafugherà alcune fiale, salirà coi suoi uomini su un treno che noi le indicheremo e da lì lancerà le sue minacce. Non tenti scherzi, sarà sempre tenuto sotto sorveglianza”.
“Ancora non mi hai detto per qualche organizzazione lavori… e cosa ne ricavate”.
“Abbiamo un nemico in comune, signor Mace… i supereroi. Non trova che siano ormai troppi? Non sente anche lei l’esigenza di una decimazione nei loro ranghi?”.
Il mercenario sorride ed abbassa l’arma, la sua attenzione finalmente catturata. Una menzogna ben costruita coglie sempre nel segno.

Venticinque giorni prima.

“Oui, mes amis. Credevate di esservi liberati di me? Cyclone è più forte che mai!”.
Una ragnatela lo manca di pochi centimetri. “Ma vuoi stare zitto?” esclama l’Uomo Ragno “Il tuo predecessore era meno chiacchierone di te e sì che non scherzava”.
Volando a zig zag il criminale evita ogni attacco. “Stai perdendo la testa, Homme Arane? Vuoi prendermi a calci nel derriere?”.
“Come lo odio”.
“Un sentimento reciproco” irrompe in quel momento un’altra voce.
“Chi…?” esclama Cyclone prima di trovarsi di fronte alla Tigre Bianca.
“Uno che ha avuto a che fare un paio di volte col tuo predecessore. E che non sopporta i copioni!”. E tutto questo detto mentre cala da un tetto, colpendo il criminale con un potente pugno al volto. Cyclone rovina a terra, ma in qualche modo riesce a non perdere coscienza. Prova a ripartire, ma scopre che i suoi retrorazzi sono otturati. Da una ragnatela.
“Maledetto!” grida prima che esplodano e lo facciano finalmente cadere nell’oblio.
“Gente, quanto ci è voluto per farlo stare zitto” commenta Peter Parker.
Hector Ayala gli si avvicina. “Ottimo lavoro”.
“Allora Prowler diceva il vero. Ti ha visto alcuni giorni fa: sei tornato. Sono molto felice di questo”.
“Sì, Uomo Ragno, sono tornato. Tornato per restare, per citare una frase fatta”.
“L’unico fatto qui è il nostro amico Cyclone. Capirei voler emulare Kraven, ma Cyclone… va beh. Lo impacchetto per la polizia e me ne vado: altro lavoro mi chiama”.
Ma quando si volta scopre che la Tigre Bianca è scomparso alla vista. “Di solito questo è un trucco che uso io” commenta.

Diciannove giorni fa.

“Tutto è pronto” dice Awilda Ayala ai suoi uomini “Abbiamo individuato le nostre vittime: Rick Mason e sua madre. Sappiamo che domani andranno in un minimarket: li porteremo via, poi insceneremo un omicidio grazie all’aiuto del Burattinaio. Abbiamo già alterato i nastri di modo che la colpa ricada sulla Tigre Bianca. In quel momento Hector Ayala starà tornando a casa dall’Università e la polizia sarà lì ad attenderlo: abbiamo già piazzato l’esplosivo. E tutto è già predisposto perché arrivi in quel vicolo e recuperi il Cristallo della Conquista. Sì, miei fedeli amici, la rinascita di Satannish sta per avere inizio”.

Diciotto giorni fa. L’inizio della storia.

Chi sono? Cosa mi è successo? Queste le domande che più e più volte si presentano alla mente dell’uomo che nervosamente si aggira per una affollata zona di Manhattan. In testa ha come un tremendo vuoto, che gli impedisce di ricordare anche le cose più elementari.

CONTINUA...

PROSSIMAMENTE

L'ultimo episodio

Note dell'Autore: Ecco dunque l'ultimo flashback che riepiloga cosa è accaduto nel dietro le quinte del prologo alla saga, con la spiegazione del ritorno di Awilda, il suo comportamento diverso ed il concepimento del suo piano. Inizialmente la storia doveva essere più una sorta di team-up tra la Tigre Bianca e l'Uomo Ragno, con Cyclone come terzo incomodo, poi però i vari retroscena hanno preso il sopravvento e quella scena si è ridotta.
Che Mr. Blue fosse Awilda Ayala lo avevo in mente fin dal principio (meno male, dirà qualcuno): qui non è spiegato come e perchè abbia voluto scegliere questo alias, semplicemente perchè mi sarebbe parsa la classica scena del cattivo che si bea di sé e sproloquia, almeno per stavolta siamo salvi. Se pensate al mondo della Tigre Bianca, non c'era molto altro da scegliere: oppure un perfetto sconosciuto (pessimo) o un altro criminale che non aveva mai incrociato la strada di questo eroe (buona idea, ma non ne ho trovato nessuno adatto). La cosa più difficile è stata ripetere una volta ogni tanto il nome di Awilda e la sua fine da Hector, col rischio di farlo apparire come un piagnone. In realtà era volto a non far scordare il suo nome, cosicchè la rivelazione non ha colto impreparato nessuno rispetto almeno al nome.
Ne ho approfittato anche per chiarire alcuni dubbi di continuity creati sia da me (Nekron e Asmodeus erano prigionieri in un'altra dimensione, come mostrato su Tomba di Dracula attorno al nr. 25) che da altri (lo sdoppiamento di Gideon Mace su Marvel Knights. Capirei l'Uomo Ragno o Wolverine, ma Gideon Mace... com'è strano il mondo).
Curioso comunque vedere in questa storia una scena che avrei scritto se la serie di Prowler fosse mai continuata (il dialogo tra Hector e Ollie). Mi spaventa più che altro il fatto che l'abbia ricordata per tutto questo tempo.